Il metodo errante.

Il lavoro dell’attore davanti agli occhi di un bambino

laboratorio scenico per attrici e attori
incontro con insegnanti e genitori
condotto da Chiara Guidi secondo il Metodo errante

foto Nicolò Gialain

Con il Metodo errante Chiara Guidi mette in gioco i due fronti della rappresentazione, l’azione e la ricezione,  includendo nell’atto scenico lo sguardo dei bambini e la loro tendenza spontanea a prendere iniziative.

Punto di partenza è la creazione di una relazione tra attori, educatori e bambini sul terreno delle arti performative per invertire, errando, la dinamica didattica, andando da ciò che si conosce a ciò che non si conosce. In questo modo il teatro aderisce alla forma di conoscenza inventiva e pragmatica praticata dai bambini, rifiutando lo stereotipo della fantasia infantile per assumere la procedura primitiva del loro sguardo tattile.

L’arte invita a ripensare la realtà, e si nutre di particolari domande nel contesto contemporaneo di entropia  e di degrado diffuso delle immagini. I principi compositivi della fiaba ci trasformano e spostano lo sguardo, lo rendono diverso, chiamano a una coscienza altra del nostro pensiero, suscitando uno sguardo obliquo e maieutico, che si realizza nella relazione.

Il Metodo errante mette a fuoco tali relazioni in tre movimenti: il laboratorio con gli attori, lo spettacolo La terra dei lombrichi con il coinvolgimento dei bambini, e gli incontri con gli insegnanti e i genitori delle classi che parteciperanno.

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