Il ritmo drammatico 2020/Pentesilea

Pentesilea
da Heinrich von Kleist
composizione vocale di Chiara Guidi

 

con gli allievi del Corso di Alta Formazione “Il ritmo drammatico”: Emiliano Albor Boscato, Gaia Cappa, Emanuela Cappello, Matteo Ciccioli, Diana Dardi, Eugenia Delbue, Noa Di Venti, Lucía Díaz-Tejeiro García, Fabrizio Discenza, Viola Domeniconi, Marcella Faraci, Giulia Maria Fasola, Carmen García-Quismondo Minguez, Laura Giavon, Dylan Guzowski, Filippo Lanzi, Giulia Mattiocco, Erica Meucci, Chiara Milan, Giulio Nocera, Gabriele Politi, Gloria Romanin, Giovanni Simiele, Rebecca Sisti, Cesare Trebeschi

 

musiche di Scott Gibbons

 

montaggio e editing Cosma Castellucci
editing e mix Andrea Scardovi

 

cura Istituto di Ricerca di Arte Applicata Societas
partner istituzionale Accademia Perduta Romagna Teatri
in collaborazione con La Bottega dello Sguardo
immagine di Vito Matera

 


 

Pentesilea nasce all’interno del Corso di Alta Formazione “Il ritmo drammatico” che l’Istituto di Ricerca di Arte Applicata Societas ha indetto, per il secondo anno consecutivo, nel gennaio 2020 nelle sale del Teatro Comandini di Cesena, sede della compagnia (operazione approvata dalla Regione Emilia Romagna con Delibera di GR n.1381 del 05/08/2019, Rif.PA 2019-11945/RER, cofinanziata con risorse del Fondo sociale europeo Po 2014-2020 Regione Emilia-Romagna).

Chiara Guidi, insegnando “Dinamica compositiva della recitazione” con 25 allievi ha condotto un’esplorazione della voce per entrare nelle varie parti delle parole (sillabe, vocali, consonanti) su un proprio adattamento della Pentesilea di Kleist.

Tale esperienza didattica – rispondendo alle esigenze dettate dalla pandemia del Covid19 – dopo alcune settimane si è interrotta e ha continuato a svolgersi tramite tecnologie a distanza che hanno marcato una sostanziale differenza nel modo di emettere i suoni delle voci e nella loro espressione, offrendo possibilità inesplorate.


In questa distanza fisica le parole di Pentesilea venivano come inghiottite nelle viscere di uno spazio acustico dove alle varie parti del discorso e all’alternarsi delle voci si aggiungevano i riverberi e i ritardi che la stessa tecnologia a distanza creava.

La voce mostrava una presenza alla quale non eravamo abituati. Lo spazio elettrico restituiva un corpo frantumato, lacerato, non solo per le cattive connessioni internet ma anche perché le voci, provenendo da 25 luoghi diversi, non avevano la possibilità di armonizzare in modo unitario i volumi, le intensità, i ritmi…

La tecnologia aveva restituito a Pentesilea il suo morso ferino.

La voce ferita dei 25 attori diventava un atto drammaturgico e la stessa tecnologia a distanza era la scena nella quale agire. All’interno delle lezioni registrate abbiamo strappato poi ritagliato, montato e composto le frasi del testo ripetute dagli attori e, portando tutto all’estremo, abbiamo interrogato – nella precarietà nella quale vivevamo – il nostro modo di ascoltare.

Alle voci così spazialmente diverse tra di loro e ai rumori che ogni registrazione creava abbiamo associato alcune tracce musicali che Scott Gibbons aveva costruito alla fine degli anni Novanta per trasformare la mia voce in un sussulto elettrico.

In fase di montaggio, a furia di dilatare e diminuire, tutto pian piano ha incominciato ad acquistare una diversa naturalezza rispetto ai parametri d’ascolto ai quali eravamo abituati.

Nei tremila versi di passione e furore Kleist dà voce alla forza tragica di Pentesilea che riconduce all’assenza di certezza dell’agire umano e, contemporaneamente, ai suoi vincoli e alle sue aspirazioni. E osa nel linguaggio una nuova purezza con parole misteriose, spezzando le frasi, isolandovi alcune parole dal contesto, alternando dialoghi in prima persona allo sguardo oggettivo di colui che racconta ciò che ha visto.

Dentro le parole del poeta noi, facendo esercizio, abbiamo sentito nei suoni ‘non esatti’ che nascevano dentro la pratica tecnologica degli incontri a distanza, quella sete di poesia che nasce ogni volta che ci troviamo faccia a faccia con la realtà, nei momenti limite della vita, portando in sé quel desiderio di rivelazione che lei sola – la poesia – può donarci.

C.G.

 

Podcast del 29/06/2020 Il teatro di Radio3 –  Teatri in prova, a cura di Laura Palmieri

“Una Pentesilea per voci a distanza”

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