Orphée et Eurydice

Musica di: Christoph Willibald Gluck
versione di: Hector Berlioz (1859)

Regia, scenografia, luci, costumi: Romeo Castellucci
Direzione musicale: Hervé Niquet

Collaborazione artistica: Silvia Costa
Drammaturgia: Piersandra Di Matteo e Christian Longchamp
Video / stedycam: Vincent Pinckaers
Maestro del coro: Martino Faggiani
Maestro del coro La Choraline: Benoît Giaux

Con: Stéphanie d’Oustrac (Orfeo), Sabine Deiveilhe (Euridice),
Fanny Dupont (Amore)
Orchestra Sinfonica e Coro de La Monnaie
membri del coro giovanile La Monnaie La Choraline
Primo violino: Eugenia Ryabinina

Regia del film: Myriam Hoyer

Produzione dello spettacolo: La Monnaie - De Munt & Wiener Festwochen

Foto: Luca Del Pia

In un boschetto di allori e cipressi, Orfeo è alla tomba di Euridice. Perso nel dolore, invoca il nome dell’amata, mentre un coro di ninfe e pastori canta il lamento funebre. Adirato contro gli dei malvagi, Orfeo decide di scendere nell’Averno e recuperare la consorte, senza la quale non può vivere. Gli appare Amore, messaggero di Giove, giunto ad annunciare che il signore degli dei, impietosito, gli concede di raggiungere il regno dei morti: se riuscirà, con il suo canto, a placare le divinità infere, potrà riportare Euridice con sé alla vita. Tuttavia, gli è imposta una condizione: non dovrà rivolgerle lo sguardo, né rivelarle il divieto, finché non saranno tornati alla luce. Se non manterrà fede al patto, la perderà per sempre.

 

Nei tenebrosi recessi dell’Averno, al di là del fiume Cocito, le Furie e gli Spettri danzano una ridda infernale e cercano di ostacolare il passaggio al temerario mortale. Ma il canto di Orfeo è così dolce nel narrare la propria disperata passione, che a poco a poco gli spiriti si placano e si dileguano, lasciandogli il passo. Orfeo giunge in un recesso delizioso della natura, tra prati, fori e cespugli. Egli contempla la luminosa bellezza del luogo, ma non può goderne, poiché non ha che un desiderio: rivedere Euridice. Quando la fanciulla gli viene resa, in nome di Amore, Orfeo, senza guardarla, la prende per mano e la guida sulla via del ritorno.

 

Attraverso un labirinto tortuoso, Orfeo si affretta a lasciare l’Averno conducendo con sé l’amata. Ma Euridice, dopo la gioia per la sorpresa, non riesce a intendere il comportamento dello sposo e lo assilla di domande fino a dichiara re che preferisce morire piuttosto che vivere senza il suo amore. È così che Orfeo si volge, e Euridice spira ai suoi piedi. Disperato, Orfeo vuole darsi la morte per raggiungerla. Ancora una volta, interviene Amore: gli dèi, commossi, rendono la sposa allo sposo. Davanti al tempio dedicato ad Amore, Orfeo ed Euridice – circondati da eroi, eroine, pastori e ninfe – celebrano la vittoria dell’amore sulla morte.


E l s

 

Oggi, 27 giugno 2014, in questo preciso istante Els sta ascoltando l’esecuzione di Orphée et Eurydice di Christoph Willibald Gluck, nella versione di Hector Berlioz.

La musica è trasmessa in tempo reale dal teatro La Monnaie/De Munt alla sua camera, n. 416, nel reparto di Neurologia del Centro riabilitativo Inkendaal, nel comune di Vlezenbeek, a circa 14 km da Bruxelles.

Il contatto audio è realizzato attraverso un dispositivo di radiocomunicazione wireless.

Una troupe video si sta recando da Els, trasmettendo le immagini in tempo reale.

Il contatto video è realizzato tramite un’unità di trasmissione mobile unicast con connessione a banda larga.

Els ha scelto di non rivelare il suo cognome.


Els nasce il 15 luglio 1986 a Vilvoorde.

I suoi genitori, Guy e Ingrid, vivono in un quartiere popolare.

Il padre è una guardia giurata e la mamma lavora in una lavanderia.

Dopo tre anni nasce la sorella Kelly.

Els è una bambina timida e riservata.

Ama stare in casa, giocare con le bambole e a ‘Guardie e ladri’.

Els è molto legata alla famiglia.

Le piacciono le feste di Natale e Capodanno, i compleanni, le occasioni in cui la famiglia si riunisce.

Els ha un rapporto speciale con la cugina Wendy e con lo zio Kevin.


Nel 1995, quando ha 9 anni, i genitori si separano.

Els e Kelly vivono con la madre.

Ogni quindici giorni, trascorrono il fine settimana con il padre.

Il divorzio è un momento difficile per Els.

Nel 2000 nasce Sarah, figlia della madre e del suo nuovo compagno.

Els è da subito molto affezionata alla sorellina.


All’età di 11 anni, Els comincia a uscire con i compagni di scuola e i ragazzi del quartiere.

Ragazzi e ragazze giocano in gruppetti separati nel parco dietro casa.

Si studiano a distanza.

Un ragazzino di nome Daniël è molto colpito da Els, dai suoi grandi occhi azzurri.

Tra i due nasce un gioco reciproco di sguardi.

Sono entrambi molto schivi.

Si scambiano le prime attenzioni con la complicità degli amici che fanno da messaggeri.

Durante il loro primo appuntamento restano seduti in una panchina del parco senza scambiare una sola parola.

Dopo la scuola, Els guarda Daniël giocare a calcio, o mentre, spavaldo, fa gare di velocità con gli amici.

Dall’età di 14 anni la loro amicizia si trasforma in qualcosa di più serio.

Iniziano a vedersi ogni giorno.

Si incontrano a casa di Els, passeggiano nel parco, escono in bicicletta, qualche volta vanno al cinema insieme.

Els vuole diventare presto indipendente, e lavorare con i bambini.

A 18 anni consegue il diploma nella scuola professionale secondaria “KTA” di Vilvoorde e inizia a realizzare il suo progetto.

Fa le prime esperienze come “mamma di accoglienza” nella casa materna.

In seguito compra una piccola casa nel villaggio di Ronse, nelle Fiandre Orientali, dove i prezzi sono accessibili.

Dopo la morte del nonno con cui Daniël abitava, i due ragazzi decidono di viverci insieme.

Els e Daniël desiderano avere subito un figlio.

La notizia della dolce attesa è un momento di grande gioia per tutta la famiglia.

Il 6 dicembre 2007, a Ronse nasce Adriano.

Els è una mamma attenta e fiera.

Daniël un papà amorevole, ma è spesso lontano a causa di lavori saltuari.

Dopo cinque anni Els è di nuovo incinta.

La seconda gravidanza procede normalmente.

Il 28 luglio 2012 nasce Alessio, prematuro di due mesi.

Il piccolo trascorre quattro settimane in incubatrice, prima nel reparto di neonatologia dell’Ospedale di Jette, poi di Ronse.

Per Els e Daniël è un momento difficile, ma Alessio è forte: il suo sviluppo è graduale e progressivo.

Els, Daniël e i due bambini amano stare insieme, soprattutto nel loro giardino.

Non possiedono una macchina, e per spostarsi si muovono in treno o con l’aiuto di vicini e conoscenti.


Il 18 gennaio 2013, nel pomeriggio Els avverte un malore.

È a casa sola con i suoi figli.

Els telefona a Daniël.

Non riesce a pronunciare parole precise, come se avesse qualcosa che le ostruisce la bocca.

Daniël intercetta la parola “svenire” e dal lavoro si precipita a casa in pochi minuti.

La trova a terra, in cucina.

Adriano è accanto alla mamma, in lacrime. Alessio è nella culla.

Els è immobile, i suoi occhi sono sgranati.

Daniël pensa a una fuga di gas. Spalanca porte e finestre e chiama i soccorsi.

In poco tempo arriva l’ambulanza.

I soccorritori cercano di ricostruire le circostanze per prestare le prime cure.

Fanno domande ad Adriano.

Il piccolo riferisce che la mamma è caduta e che gli ha detto di prendersi cura del fratellino.

L’ambulanza trasporta d’urgenza Els al Glorieux Hôpital Général di Ronse.

Els viene ricoverata nel reparto di terapia intensiva.

Gli esami clinici riscontrano una trombosi al tronco encefalico.

Lo screening del cervello, effettuato all’Ospedale di Alost, conferma la diagnosi.

Els è colpita da una forma di pseudo-coma, conosciuta come Locked-in Syndrome.

La Locked-in Syndrome è un raro disordine neurologico causato dal danneggiamento di specifiche parti del cervello inferiore e del tronco encefalico. Il paziente è totalmente cosciente e vigile ma presenta la completa paralisi dei muscoli volontari, eccetto quelli che controllano il movimento degli occhi.

I genitori e le sorelle di Els sono sconvolti dalla notizia.

Daniël non riesce darsi ragione della nuova situazione

Els si chiude in un pianto muto.

Il 18 marzo 2013 Els viene trasferita al reparto di riabilitazione del Centro di Inkendaal, sotto la supervisione del Dr Chris Truyers.

Els è totalmente cosciente, le sue capacità cognitive sono inalterate, ma non è in grado di muoversi e parlare.

Le sue capacità sensoriali sono intatte.

Els sente, vede, odora.

Percepisce di essere toccata.

Ha memoria di tutto.

Ha un normale ritmo sonno-veglia.

La giornata di Els inizia al mattino presto con il lavaggio del corpo.

Durante il giorno è sottoposta a un programma che combina kinesiterapia, ergoterapia e idroterapia in piscina e sedute di logopedia.

Per diminuire gli spasmi, le vengono somministrate piccole dosi di Baclofene, attraverso una pompa chirurgicamente impiantata sotto pelle all’altezza della pancia.

L’idratazione e la nutrizione avvengono attraverso sonde con erogazione programmata.

Els comunica attraverso lo sguardo.

Muove verticalmente occhi e palpebre.

Un battito di palpebra significa “si”, due indicano “no”.

I genitori e le sorelle vanno a trovarla quattro volte la settimana.

Ogni giorno Daniël percorre 140 km per stare con lei qualche ora.

I momenti più attesi da Els sono le visite dei suoi bambini, il mercoledì pomeriggio e il fine-settimana.

Els ascolta i loro racconti ed è aggiornata su tutto quello che fanno.

Els e Daniël hanno sviluppato un loro modo personale di comunicare.

Attraverso lo sguardo, Daniël riesce a capire se Els vuole essere spostata o se qualcosa non va.

A volte Els e Daniël utilizzano la lavagna con l’alfabeto.

Els sbatte le palpebre quando viene indicata la lettera corretta, e così compone parole e frasi.

Da un anno e mezzo questo è lo stato di Els.

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