Go down, Moses

 

regia, scenografia, luci e costumi Romeo Castellucci
musica Scott Gibbons

con Rascia Darwish, Gloria Dorliguzzo, Luca Nava,
Stefano Questorio, Sergio Scarlatella

direzione della costruzione scenica Massimiliano Peyrone
tecnica Michele Loguercio, Filippo Mancini, Lorenzo Martinelli
assistente alla creazione luci Fabiana Piccioli
e Danilo Quattrociocchi
assistenza alla composizione sonora Asa Horvitz
fonica Matteo Braglia
produzione Benedetta Briglia, Cosetta Nicolini
promozione e comunicazione Gilda Biasini,
Valentina Bertolino
amministrazione Michela Medri, Elisa Bruno,
Simona Barducci, Massimiliano Coli

foto Guido Mencari

produzione Societas
in co-produzione con
Théâtre de la Ville with Festival d’Automne à Paris;
Théâtre de Vidy-Lausanne;
deSingel International Arts Campus /Antwerp;
Teatro di Roma;
La Comédie de Reims Maillon, Théâtre de Strasbourg / Scène Européenne;
La Filature, Scène nationale-Mulhouse Festival Automne en Normandie;
Festival Printemps des Comédiens;
Athens Festival 2015;
Adelaide Festival 2016 Australia;
Peak Performances 2016, Montclair State USA

si ringrazia per la collaborazione il Comune di Senigallia Assessorato alla Promozione dei Turismi
Manifestazioni / AMAT

 

Nella vicenda di Mosè, così come narrata nell’Esodo, vi è qualcosa che inerisce la sostanza del nostro tempo. Il profeta del monoteismo è presentato come un uomo che reagisce di fronte alle difficoltà che questo Dio –senza nome e senza immagine– gli pone innanzi, a partire dall’abbandono del suo corpo neonato nelle acque del Nilo. Allo stesso tempo, Go down, Moses evoca la celebre canzone spiritual degli schiavi neri d’America, che si identificavano con il popolo ebraico, in quanto preveggenza del loro ritorno all’Africa. Gli israeliti, capaci di ritornare dall’esilio di Babilonia e -grazie a Mosè- di affrancarsi dalla schiavitù di Egitto, erano il simbolo della loro prossima liberazione, così come ora quel canto degli schiavi d’America può significare la condizione della nostra schiavitù incorporea, in esilio dall’essere. Tutto quello che sta in mezzo è l’oggetto di questo lavoro.

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