Qualche anno fa incontrai un aborigeno nella foresta australiana. Si chiama Gavi e con lui ho camminato a lungo per vedere una pietra sulla quale sono incisi i disegni della cosmogonia di quella regione, il cui segno di appartenenza totemica è la balena. Su quella pietra di settemila anni fa i disegni guidano il cammino d’iniziazione dei bambini. È una conoscenza graduale, perché intima e legata all’esperienza della vita, e si nasconde a chi non è pronto a riceverla. Ma tutti, prima o poi, possono leggere nei disegni – che appaiono se vengono bagnati – la storia delle loro origini e il senso più profondo della loro esistenza. Vi sono raffigurate le stelle, la luna, il sole, il mare, le piante, i pesci e la balena che, in quanto totem, non va mai mangiata, né uccisa perché chiunque infrange il proprio totem commette una colpa che ricade su tutta la comunità e distrugge l’atto di creazione originario.

Il corso di aggiornamento per insegnanti di ogni ordine e grado (aperto a tutti coloro che sono interessati) parte da questo racconto. Vorrei formare un gruppo di lavoro per individuare quelle immagini che, oggi, sono i nostri totem. Come identifichiamo la nostra appartenenza al tempo che viviamo e alle persone che incontriamo? Come, le immagini dei nostri desideri che i totem rappresentano, ci legano alla collettività e creano un legame di cittadinanza?
Attraverso il romanzo di Adalbert von Chamisso, Storia straordinaria di Peter Schlemihl, vorrei interrogare quel senso profondo dell’esistenza che spesso si identifica con certi oggetti di cui non possiamo fare a meno.

C.G.

Calendario incontri:

giovedì 2, 16, 30 marzo

giovedì 6, 27 e domenica 30 aprile

dalle 17.00 alle 19.00

Teatro Comandini