Pavane für Prometheus

Regia, scene, luci e costumi: Romeo Castellucci
Musiche: Scott Gibbons

Coreografia: Gloria Dorliguzzo
Testo: Claudia Castellucci
Assistente alla regia: Filippo Ferraresi
Assistente scenografo: Alessio Valmori

Attore: Silvio Jagarinec
Danzatrici: Roberta De Rosa | Marje-Leena Hirvonen |
Nejma Larichi | Olena Maciejewski | Birgit Mühlram |
Marta Tabacco | Francesca Ugolini


Sponsored by Kunststiftung NRW
A production within the context of the project 'Leere, Stille, Sturz – Prometheus'
in co-operation with Kunstmuseum Bonn
supported by BTHVN2020 with funds from the Federal Republic of Germany,
the State of North Rhine-Westphalia,
the Rhein-Sieg-Kreis and the City of Bonn

È considerato il portatore del fuoco della conoscenza, un eroe caduto: Prometeo.
Mentre il poeta greco Eschilo dà enfasi alla caduta del Titano che, come punizione per la sua azione, è incatenato da Zeus a un’alta roccia e viene infine immerso nel Tartaro – il centro della Terra; oggi la lezione del celebre ‘portatore di luce’  con Beethoven e l’Illuminismo sembrano più urgenti.
Tuttavia, secondo l’interpretazione del celebre regista Romeo Castellucci, un Prometeo contemporaneo, prima di passarci il testimone, metterebbe in dubbio l’atto del vedere. Ci renderebbe consapevoli del valore politico dello sguardo, mostrerebbe che guardare non è un atto innocente e che dobbiamo assumerci la responsabilità del nostro sguardo. Oggi il teatro è il luogo adatto per questo compito, il luogo per dedicare un ballo, una pavane, al Titano.
L’opera allude al “De Profundis” prometeico, perché è solo quando si raggiunge il punto più profondo della caduta che tutto può essere ripensato. Il Prometeo di Castellucci è Silvio Jagarinec, che dopo un grave incidente in moto ha sperimentato cosa vuol dire cadere e da allora conosce il valore di essere su questa terra.

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