Milano

Film prodotto da Triennale Milano e Fondation Cartier pour l’art contemporain
Concezione e direzione: Romeo Castellucci
Film: Yuri Ancarani
Musica: Scott Gibbons
Milano è un’azione performativa prodotta da Triennale Milano in collaborazione con Societas
Movimento: Gloria Dorliguzzo
Assistenti al movimento: Andrea Dionisi e Giacomo Garaffoni
Responsabile di produzione: Caterina Soranzo
Direzione della produzione: Benedetta Briglia
Tecnica: Giovanni Cavalcoli
Tecnica in sede: Sofia Rossi
Sartoria: Carmen Castellucci
Amministrazione: Simona Barducci Elisa Bruno Michela Medri
Fotografo: Alex Majoli
Camera 1 & Editing: Yuri Ancarani
Camera 2 & Assistant editing: Virginia Garra
Assistant director: Emanuele Cantò
Camera assistant & Compositing: Thomas Pilani
Color Grading: Vincenzo Marinese TTPixel Studio
Production: Dugong Films
Ringraziamenti: Aidelfi Maria Alberici, Chiara Antonelli, Emanuele Cantò, Enrico Napolitano, Chiara Scodeller, Francesca Sonda, Mario Uliassi, Daria Valavona, Yue Fang

TRIENNALE MILANO
Presidente: Stefano Boeri
Direttore Generale: Carlo Morfini
Direttore Operativo: Carla Morogallo

TRIENNALE MILANO TEATRO
Presidente: Paola Dubini
Direttore artistico: Umberto Angelini
Responsabile di produzione: Nicoletta Balestreri
Produzione: Lidia Gavana, Bianca Ramponi, Chiara Perrone, Chiara Maria Donadoni
Tecnica:Valentina Tescari, Matteo Massocco, Valeria Palermo, Danilo Tamburi, Alessandro Barbieri
Responsabile della sicurezza:Corrado Serafini
Referente per la sicurezza durante l’azione performativa: Bartolo Cavallo
Comunicazione: Lorenzo Giardina
Sartoria: Volha Isayeva, Asia Pirini, Elena Rossi

MARCIATORI
Giuseppe Aceto, Emiliano Albor Boscato, Stefano Allosia, Federico Antonello, Luca Arcangeli, Riccardo Armiento, Andrea Beghetto, Filippo Beltrami, Gerardo Benedetti, Pietro Bernardo, Gabriele Biondi, Giovanni Boccomino, Andrea Bonicalzi, Nicolò Borrelli, Rabii Brahim, Rafael Candela, Cristian Canova, Francesco Caracciolo, Michele Carella, Luca Carnevali, Fabio Casano, Andrea Cavallari, Pietro Cerchiello, Lorenzo Ciambrelli, Federico Cicinelli, Anastasia Ciocca, Giacomo Aurelio Colasanto, Alessandro Conti, Cristiano Corbucci, Amerigo Cornacchione, Andrea Corradi, Mauro Corradin, Edoardo D’Antonio, Stefano D’Ippolito, Guillermo De Cabanyes, Cesare Del Beato, Donato Demita, Luca Di Capua, Carlo Di Florio, Marcello Di Giacomo, Edoardo Di Maria, Manuel Di Martino, Davide Di Rienzo, Stefano Di Zazzo, Alessio Dongarrà, Caterina Erba, Michele Ermini, Giuseppe Fabris, Daniel Falappa, Giovanni Paolo Fensore, Edoardo Ferrari, Emanuele Franco, Stefano Gagliano, Emanuele Galluccio, Andreas Garivalis, Federico Ghelarducci, Jacopo Giacomoni, Daniele Gianera, Luca Gianfreda, Massimo Giordani, Angelo Gramegna, Vincenzo Grassi, Roberto Indellicati, Domenico Indiveri, Alessio Iwasa, Piero Lanzellotti, Luciano Nikko Maggioni, Aurora Beatrice Mamprin, Umberto Mannari, Emanuele Marchetti, Raffaele Massa, Alessandro Miano, Giulio Micillo, Giuseppe Mongiello, Gerlando Marco Orlando, Andrea Pacelli, Alfonso Maria Pedone, Luca Pedron, Michele Petrosino, Edoardo Domenico Pisati, Simone Pizzo, Riccardo Pumpo, Federico Raffaelli, Stefano Ramploud, Arnaud Richard, Alessandro Rilletti, Walter Rizzuto, Antonio Rocco, Matteo Ronconi, Lorenzo Satta, Roberto Simonte, Francesco Sinopoli, Riccardo Telesca, Francesca Tripaldi, Andrea Tundo, Armando Vecchio, Tony Vero

Cento scheletri marciano per le strade di Milano in una notte di novembre.

L’eloquenza muta del loro passaggio esprime ciò che non possono più dire.

Hanno camminato per un’ora, percorrendo le piazze, i luoghi monumentali, i sagrati delle chiese.
Gli scheletri non rivendicano nulla, se non il diritto di camminare ancora su queste strade e di ritornare in mezzo alle loro case.

Per la realizzazione di questo film, Yuri Ancarani ha teso il suo sguardo sull’arco voltaico di immagini e figure proprie, là dove Scott Gibbons ha interpretato il silenzio della marcia con il paradosso del suono.

Durata: 20′

 

Il tema della danse macabre, come forma pittorica o letteraria, appare nel tardo Medioevo per esprimere la pervasività della morte e il suo farsi gioco delle gerarchie sociali. L’universo simbolico ed emotivo che essa rappresenta si intensifica nel XIV secolo con l’epidemia di peste bubbonica (1346-1353) e le devastanti conseguenze della Guerra dei cent’anni fra Inghilterra e Francia (1337-1453). Uno stato d’animo diffuso di scacco davanti al potere della morte, come bene esprimono le parole di Petrarca nella sua prima lettera delle Familiares: “Fratello mio, che mi resta da fare? Ecco, già quasi tutto ho tentato e in nessun luogo ho trovato quiete. Quando verrà? Dove cercarla?
Il tempo, come si suol dire, è sfuggito fra le dita; le antiche speranze sono morte con gli amici. L’anno 1348 mi ha reso solo e infelice; e mi ha tolto cose che né l’Indico mare, né il Caspio o il Carpatico mi possono rendere. Le ulti- me perdite sono state irreparabili; e ogni ferita che la morte infligga è insanabile”. È questa atmosfera dell’animo che la danse macabre cerca prima di rappresentare e poi di performare – quando diventerà anche arte visuale o processione danzante fra le strade (soprattutto nel sud della Germania, nelle Fiandre e nei Paesi Bassi). Un movimento fantasmatico, quasi impercettibile, pur nella sua evidenza corporea, che mette in scena la forza invisibile della morte per darle una collocazione nelle strade della vita quotidiana. Movimento che Romeo Castellucci ha ripreso, dandogli vita nelle strade notturne di una grande metropoli come Milano – in un momento in cui tutta l’umanità è ancora immersa il quell’evento globale che è la pandemia da Covid-19. Dimentica della sua storia, la nostra civilizzazione occidentale si è trovata a dover far fronte a esso sguarnita di qualsiasi devozione che potesse dargli una forma, umanizzando il flagello che si abbatteva su di noi. Perché questo era forse uno dei sensi reconditi che spinsero i nostri avi a inventare qualcosa di simile alla danse macabre.
— Marcello Neri

Archive

<