Ödipus der Tyrann

Di Friedrich Hölderlin, a partire da Sofocle
Regia, scene, luci e costumi: Romeo Castellucci

Con: Bernardo Arias Porras, Iris Becher,
Jule Böwe, Rosabel Huguet,
Ursina Lardi, Angela Winkler

Collaborazione artistica: Silvia Costa
Musica: Scott Gibbons
Dramaturgia: Piersandra Di Matteo, Florian Borchmeyer
Maestro di ballo: Timo Kreuser
Soliste: Sirje Aleksandra Viise, Eva Zwedberg
Sculture: Istvan Zimmermann e Giovanna Amoroso - Plastikart studio

Produzione: Schaubühne Berlin 
Corealizzazione: Théâtre de la Ville-Paris; Festival d’Automne à Paris
In collaborazione con: France Culture

Foto: Arno Declair

Dopo tanti duelli sul palcoscenico teatrale, Romeo Castellucci si confronta, per la prima volta, con una pièce dialogata e una compagnia stabile.
E che compagnia, dal momento che è quella della Schaubühne supportata da Angela Winkler, e che opera teatrale poiché è Ödipus der Tyrann, la versione di Hölderlin della versione del mito eroico di Sofocle.
Senza dubbio ha dovuto superare la prova d’opera (Parsifal, Orfeo ed Euridice, Moses Und Aron) per convincersi che ora era possibile per lui abitare pienamente la poesia nella sua costruzione originale.

Dopo aver attinto da La morte di Empedocle per la creazione de The Four Seasons Restaurant e da l’Hyperion per quella di Hyperion. Lettere di un terrorista, il regista italiano questa volta affronta l’intero Ödipus der Tyrann, in un abbraccio fraterno con il poeta.
Riconosce ciò che lo agita più profondamente nella sua riscoperta della tragedia attica, quella di un pensiero in cui la parte “femminile” e “orientale” della Grecia si affermerebbe.

Questa voce coperta, che è anche quella di Tiresia, sarebbe contrastata dalla voce aperta di Edipo, quella di una ragione – bisogna dirlo – cieca ai vedenti, chiusa ai misteri.
Invocate da Romeo Castellucci prima dall’interno di un convento femminile e poi su un piazzale tebano, queste sono due parole, due civiltà – greca e cristiana – che si compenetrano e si contaminano mentre si rivelano a vicenda.
Per dare vita a una creazione mozzafiato che sigla la maestria e l’audacia di un poeta teatrale.

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