PRIMO STUDIO SU “LA TEMPESTA” DI SHAKESPEARE

ideazione e regia Chiara Guidi

con Martina Ambrosioni, Andrea Bartolini, Andrea Bianco, Audrey Bommier, Eleonora Casadei, Eva Castellucci, Simona Conforti, Silvia Corallo, Fabio Corallo, Laura De Roma, Francesco Maria Dell’Accio, Francesco Di Giorgio, Gemma Galassi, Maddalena Guidi, Doina Harea, Alice Leoni, Sofia Maccherozzi, Valentina Montali, Riccardo Rigoni, Margherita Rossi, Federica Scaringello, Nicolas Verdier, Pierpaolo Zimmermann, Valentina Zoffoli

 

“Nel finale della Tempesta Prospero, capace con la sua arte di scatenare gli elementi e di condurre al discernimento coloro che lo hanno offeso e tradito, perdona e chiede di essere perdonato. E tutti, felici, ritornano alle loro case. Eppure nella preghiera finale di Prospero, Shakespeare nasconde un nuovo incipit. Il lieto fine è rigettato nella lotta che la metafora del naufragio illustra e diventa il prologo di un’altra tempesta che l’animo scatena per una nuova nascita. Morte e nascita, continuamente.

Nel caos che nel naufragio si genera e rinnova, l’uomo scopre quel lavoro su di sé che porta alla produzione di un’opera. Per cui Prospero riconosce il nero Calibano e non può fare a meno di lui così come non può fare a meno dei propri libri. È interessante risalire all’origine della parola libro. Essa riconduce a legno, corteccia e ci consente di ritrovare quella legna che l’oscuro Calibano raccoglie e accumula nella grotta di Prospero, spazio della conoscenza e della trasformazione.

Prospero… Calibano. Calibano… Prospero. In questo continuo scambio degli opposti il finale della Tempesta resta, dunque, sospeso. E ci invita a guardare il mare come luogo di ciò che, in potenza, attende in noi di essere conosciuto”.

(C.G.)

 

Allora li domina sia il pentimento di quanto intrapreso che il timore d’intraprendere, e s’insinua quello sbattersi dell’animo senza via d’uscita – non riuscendo a essi di dominare i desideri né d’assecondarli – e l’esitazione d’una vita che stenta a svilupparsi, e lo stato d’abbandono d’un animo torpido tra le delusioni…

(da Seneca, De tranquillitae animi)

 

7 giugno 2015 al Teatro Comandini

29 novembre 2015 al Teatro Comandini all’interno di Essere PRIMITIVO 2015

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