Sul concetto di volto nel Figlio di Dio: Romeo Castellucci risponde a Jean-Claude Boulard, Sindaco di Le Mans

Signor Sindaco di Le Mans

 

non era mia intenzione quella di risponderle, perché sono stanco di questa sterile polemica, ma alla fine prendo la penna in mano, perché è mio dovere ribattere colpo su colpo, in quanto chiamato in causa come creatore dello spettacolo Sul concetto di volto del Figlio di Dio, dato a Le Mans; rispondo a Lei perché riveste un ruolo istituzionale rispetto al luogo in cui la libertà di espressione è stata profanata: un teatro pubblico della Repubblica Francese. Rispondo a Lei perché indirizzandomi una lettera per mettermi a tacere una seconda volta, sono costretto a stabilire la veridicità di quanto è accaduto a me e alla Comunità che Lei rappresenta.

 

Signor Sindaco, sono offeso dallo stile liquidatorio del suo linguaggio e dalla grezza semplificazione con la quale Lei vorrebbe estinguere con un colpo di spugna una questione che travalica l’episodio che ci concerne.

Rigetto perciò con fermezza il contenuto della sua tardiva lettera, perché la considero tendenziosa e ipocrita. La sua lettera confonde là dove vorrebbe fare chiarezza e, evitando di arrivare al punto cruciale, non dà risposte ai suoi Cittadini rispetto a ciò di cui sono stati privati, rispetto al potere di giudizio cui sono stati sottratti con un semplice gesto d’ufficio. La inviterei a entrare nel vivo del problema, che è un quadro più ampio e grave della caricatura che Lei ne ha fatto.

Lei infatti sostiene che non si tratterebbe di mancanza di rispetto per la libertà di espressione, né tantomeno, di censura ma soltanto di alcuni suoni troppo forti per gli orecchi dei minori. Signor Sindaco, come può pensare di trattare i suoi interlocutori con questi argomenti così patentemente puerili nella dissimulazione del vero problema?

 

Con la decisione di amputare una parte dello spettacolo non si è affatto trattato di applicare la Legge, di fronte alle quale occorre inchinarsi e portare rispetto. Tra le ragioni riportate dal prefetto e stampate sul documento ufficiale si parla di salvare la “morale” dei giovani. La morale. E’ questa la ragione cardinale del documento e non certo il volume dei suoni.

Signor Sindaco, non è bene giocare con le parole, come fossero assi nella manica e anche se il problema fosse stato il volume della musica, ebbene allora si sarebbe dovuto effettuare un controllo, intimare il rispetto del limite di legge dei decibel e solo dopo una accertata violazione della legge si sarebbe dovuto interrompere lo spettacolo. Ma niente di tutto questo è avvenuto, perciò è tanto più squallido l’uso di questa argomentazione.

La Commissione era preoccupata della “morale” e non dei suono, e per farlo i Rappresentanti della Repubblica Francese hanno utilizzato parole degne di un regime teocratico. E sia: allora la domanda che le pongo è: in base a quale principio deve essere discussa la morale?

Una fede? Un credo? O forse un’ ideologia? Quando il lavoro degli artisti diventa immorale o pericoloso? Chi dà a lei il potere di decidere cosa possano o non possano vedere i Suoi concittadini? Rispondere a queste domande è ora un dovere che Lei deve assumersi di fronte ai suoi Concittadini, dopo aver preso per loro la decisione sovrana di amputare una parte dello spettacolo.

Come chiama Lei questa pratica? Io ho solo un nome per definirla, ed è proprio quello che lei cerca maldestramente di mascherare: c e n s u r a.

Lei, come uomo politico, certamente deve sapere che la censura è un gesto storico gravido di conseguenze, che in Europa abbiamo lungamente conosciuto, fino a giungere al concetto di “arte degenerata”, perché colpevole di deviare la coscienza dei giovani e di minare la tranquillità del contratto sociale. Abbia almeno l’onestà intellettuale di nominare ciò che è stato avallato a Le Mans, Signor Sindaco.

 

Chi, dei membri della Commissione, ha avuto modo di sincerarsi delle calunnie cui lo spettacolo, da sette anni a questa parte, è costantemente sottoposto da parte delle frange estremiste e razziste? Chi conosce il lavoro pedagogico che lo spettacolo ha prodotto e produce? Chi si è rivolto a me per chiedere delucidazioni e per verificare fatti reali? Chi di loro ha mai visto lo spettacolo, ha chiesto documenti, e fatto misurazioni del suono? Nessuno.

 

Nelle sedute preparatorie allo spettacolo, che avvengono giorni prima della rappresentazione, viene elaborata una discussione attiva con i genitori e i ragazzi sui temi dell’oggi. Si parla della storia della pittura e del quadro di Antonello da Messina; della fragilità umana, e dell’affetto provato nella fatica; della Passione del Cristo, e della riconciliazione del corpo malato; della potenza inaudita del quarto comandamento. Si ascoltano domande, si elaborano insieme concetti. Di tutto questo, si parla con i ragazzi. Sono concetti problematici, certamente, perché questa è la funzione dell’arte e del teatro degno di questo nome, non quella di offrire bocconi zuccherosi.

In teatro si guarda, si ascolta, si pensa. Si è responsabili del proprio giudizio. Si elaborano conflitti divini e umani, problemi antichi e nuovi. Si pensa. Questa è la nostra tradizione occidentale, questa è la tradizione dei lumi e della libertà che la Francia ha consegnato all’Europa; questo è tutto quanto Lei, signor Sindaco, ha omesso di difendere.

Questa rappresentazione è stata realizzata in ogni paese d’Europa, negli USA, in Russia, in Estremo Oriente, in Sud America. Centinaia di repliche, ovunque nel mondo, in differenti contesti sociali e culturali. Nessuno ci ha mai impedito di lavorare in base alla difesa della morale.

Anziché usare gli strumenti di controllo razionali della legge, il Signor Prefetto e la Commissione hanno forse trovato a disposizione in Internet, nei blog, e nelle lettere anonime di estremisti antisemiti gli elementi per elaborare il veto censorio? I cittadini di Le Mans che mi hanno scritto, attoniti e offesi da questa decisione che veniva presa dai rappresentanti della loro città, devono sapere come vengono prese le decisioni circa la loro salute morale, cosa possono o non possono fare, ascoltare, vedere.

Le Autorità, in quanto tali, hanno il dovere di ponderare tutti gli aspetti con freddezza sovrana, con fermezza, nel calcolo razionale e informato del bene comune, e non considerare in prima istanza l’isterismo di chi grida più forte, l’intolleranza rabbiosa di gruppi estremisti motivati da un odio politico interessato – questo sì, davvero violento e pericoloso per le giovani menti -. La lezione che hanno appreso i giovani di Le Mans, è che agitare i bastoni vale più del pensare?

Questi sono fatti che travalicano la mia e la sua persona Signor Sindaco, perché concernono l’idea di cultura che vogliamo avere per il futuro.

 

Buona fortuna a Lei Signor Sindaco

Buona fortuna per il futuro, cittadini di Le Mans.

 

 

 

Romeo Castellucci

Cigno, Italia, 20 Aprile 2018

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