Persona

concepito e creato per Quadrennial in Prague 2011

installazione di Romeo Castellucci
suono Scott Gibbons

scultura Giovanna Amoroso, Istvan Zimmermann
produzione Societas

 

Praga

Prime considerazioni su Persona.

 

Per la Quadriennale di Praga ho pensato di installare una maschera della Commedia dell’antica Grecia. Sarà la copia fedele in bronzo di un Papposileno di epoca ellenistica ( prima metà del I a.C ). Questo personaggio, secondo la mitologia, è il “vecchio” satiro; colui che detesta la società civilizzata. Papposileno era uno dei caratteri fondamentali della Commedia Attica. Veniva rappresentato con una maschera calva, lo sguardo satanico e un beffardo sorriso in forma di ghigno.

Per l’installazione voglio appendere la maschera sulla parete di una stanza vuota; voglio inserire due palline nelle cavità oculari e una falsa lingua nella bocca. Gli occhi si muoveranno freneticamente da destra a sinistra a una velocità tale per cui sarà impossibile distinguerne la forma. Anche la lingua risulterà invisibile a causa della grande velocità. I movimenti di queste protesi, amplificati, produrranno un rumore tellurico; o almeno me lo auguro.

L’obbiettivo dell’installazione – lo dirò francamente – sarà quello di incutere paura; una paura non delle maschere in sé, ma dell’oggetto della loro considerazione: noi, gli spettatori, il novero della specie, gli spettatori-spettacolo. La maschera vede “tutto”. La maschera parla di “tutto” con la sommatoria di tutte le lingue dei popoli. Posso dire che è con una lingua comica che si dice la commedia umana, ed è con uno sguardo disumano che si guarda l’umano.

La pesante fissità del bronzo monumentale, di cui è fatta la maschera, viene contraddetta dalla velocità del suo sguardo e della sua lingua. Il suo bronzo è suonato perché la maschera è allo stesso tempo una campana.

Una campana d‘allarme.

R.C.

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