Orestea (una commedia organica?)

da Eschilo
di Romeo Castellucci
musica Scott Gibbons

con
CONIGLIO CORIFEO Simone Toni/Giorgio Consoli
CASSANDRA NicoNote
CLITENNESTRA Marika Pugliatti
AGAMENNONE Loris Comandini
EGISTO Georgios Tsiantoulas
ORESTE Marcus Fassl
PILADE Antoine Marchand
ELETTRA Carla Giacchella
APOLLO Giuseppe Farruggia
PIZIA NicoNote
ATENA Carla Giacchella

assistente alla regia Maria Vittoria Bellingeri
assistente alla creazione luci Marco Giusti
automazioni Giovanna Amoroso, Istvan Zimmermann
direzione della costruzione scenica Massimiliano Scuto, Massimiliano Peyrone
direzione tecnica Eugenio Resta, Gionni Gardini
macchinisti Lorenzo Martinelli, Giovanni Peyrone, Stefano Mazzola, Ota Rei, Benchea Andrei Daniel
tecnico del suono Matteo Braglia
tecnico luci Danilo Quattrociocchi
elettricista Giovanni Belvisi
realizzazione costumi Chiara Bocchini e Carmen Castellucci
attrezzeria Vito Matera
assistente in stage Mariella Manuela Maier
produzione Benedetta Briglia
promozione e comunicazione Gilda Biasini,
Valentina Bertolino
amministrazione Michela Medri, Elisa Bruno,
Simona Barducci, Massimiliano Coli

si ringrazia per la collaborazione Centro Protesi INAIL, Vigorso di Budrio e ANMIL
gli animali presenti in scena sono forniti dal Parco Faunistico “Zoo delle star” di Daniel Berquiny

produzione esecutiva Societas
in co-produzione con Odéon-Théâtre de l’Europe;
Festival d’Automne à Paris; MC2 Grénoble;
Célestins - Théâtre de Lyon, Théâtre Nouvelle Génération - Centre dramatique national de Lyon;
Scène nationale Lille Métropole à Villeneuve d’Ascq;
Maillon Théâtre de Strasbourg / Scène Européenne;
Romaeuropa Festival;
TNT – Théâtre national de Toulouse Midi-Pyrénées;
Théâtre Garonne – scène européenne – Toulouse

Archeologia della prima messa in scena

Se si mette in secondo piano la poesia dell’Orestea, se si elimina l’edificio esposto alla luce del sole, ciò che rimane – visibile e fondamentale – è la violenza. Non c’è poesia capace di competerle. La violenza che pervade ogni cosa, ogni fatto, ogni persona; in seno a una stessa famiglia; senza pause e senza limiti; con una potenza di generare che si sviluppa in modo atomico; con una indistinzione tra violenza purificatrice (sacrificio) e violenza impura (delitto)? “Gleichgewicht“, cosi Hölderlin chiama questa perdita di differenza, la cui messa in scena è il motivo vero della tragedia, per cui ogni diritto pare controbilanciare quello dell’altro in modo perfettamente uguale. Una indistinzione assoluta; allucinazione e colpa e, infine, un’assoluzione priva di soluzione.

(dal programma di sala della 1° messa in scena, 1995)

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