Lettere dalla notte

liberamente tratto dai testi di Nelly Sachs

di e con Chiara Guidi
e con un coro poetico di cittadini

musica originale dal vivo Natàn Santiago Lazala
cura del suono Andrea Scardovi

organizzazione Irene Rossini
produzione Societas in collaborazione con Liberty

foto Nicolò Gialain

Tra le voci più appartate e possenti del Novecento, Nelly Sachs ci arriva come un soffio tenace, che resiste al tempo. Nella sua poesia, nella polvere che spesso evoca, si intravede il cammino doloroso dei popoli e delle genti, di cui il verso fa scaturire la musica. La scrittura di Nelly Sachs, premio Nobel per la letteratura nel 1966, viene riscoperta da Chiara Guidi – in collaborazione con Elena Di Gioia – anche attraverso il carteggio che essa ebbe per molti anni con un altro grande poeta, Paul Celan, che condivise con lei le ferite del Novecento e la condizione di esule dalla Storia, cui scrisse: “Viviamo entrambi nella patria invisibile”. Nel teatro, la parola solitaria delle lettere si trasforma in coro poetico evocando, attraverso il corpo sonoro e concorde delle voci, quelle ‘creature di nebbia’ che l’artista cercava.

Nelly Sachs (Berlino, 1891 – Stoccolma, 1970), scrittrice tedesca di famiglia ebrea. Dopo avere ricevuto l’ordine di presentarsi a un campo di lavoro, nel 1940, riesce a fuggire in Svezia, dove vivrà per tutta la vita. Finita la guerra cominciano ad arrivare le notizie della morte di familiari e amici nei campi di sterminio nazisti. Sono proprio questi gli anni in cui inizia quell’intensa attività poetica che la trasformerà in una delle voci più incisive del suo secolo.

Archivio

<