La Passione

Di Johann Sebastian Bach

Direzione musicale: Kent Nagano
Regia, scene, luci e costumi: Romeo Castellucci

Collaborazione artistica: Silvia Costa
Collaborazione alle scene: Maroussia Vaes
Dramaturgia: Piersandra Di Matteo
Orchestra: Philharmonisches Staatsorchester Hamburg

Una produzione di: Hamburg State Opera
In collaborazione con: Deichtorhallen Hamburg
nell’ambito dell’International Musikfest Hamburg 2016
Con il sostegno di: Commerzbank Hamburg

Foto: Bernd Uhlig

L’arte di Romeo Castellucci è attraversata da una tensione legata alla creazione di immagini che aprono un varco nella conoscenza dell’inconscio, penetrando nel cuore della negligenza odierna dello sguardo.

Per lui, il teatro è “l’opportunità di pensare, di pensare il vedere, di vedere la vista; di prendere coscienza, cioè, del profondo significato di essere spettatore oggi, affrontando problemi appositamente creati per lui”. […]

 

Nella messa in scena della Passione di Matteo di Bach, Romeo Castellucci evita ogni tentazione verso la rappresentazione, cercando un nuovo senso di rivelazione.
Eliminando la logica dell’illustrazione e del figurativismo come niente di più che stereotipate consolazioni per lo spettatore, un certo numero di situazioni consentirà a quest’ultimo di trovare una posizione di fronte alle parole del Vangelo.

Come puri oggetti della contemplazione, una serie di elementi apparirà uno dopo l’altro, senza alcun espediente tecnico. Saranno presentati come “pietre”, capaci di condensare un atteggiamento di profondo ascolto.

Potrebbero essere considerati “oggetti scandalosi”, intesi come skandalon in senso greco, come quando qualcuno che cammina per strada incontra una roccia, un ostacolo e perde l’equilibrio per un momento; come qualcosa che costringe lo spettatore a cambiare il suo percorso, una sorta di porta lasciata aperta che dà accesso a un’altra stanza.

Ognuno di loro sarà trattato come un “problema”, capace di toccare, creare un trambusto, un trambusto corticale che è l’opposto del sentimentalismo. Quando queste immagini si mescolano alla profonda essenza della composizione di Bach, si può decidere di aprirsi all’ascolto, di rimuovere lo sguardo, di indugiare, o addirittura, di sperimentare un’apertura sul senso della sofferenza umana.

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