TUTTO

Installazione di Romeo Castellucci
Musica di Scott Gibbons

Tutto è la proiezione a raffica di una serie di parole e intessuta dalla composizione sonora di Scott Gibbons. La loro velocità di sequenza è commisurata alla capacità mnestica di trattenere per un po’ nella memoria la parola appena apparsa. Ma il susseguirsi forsennato delle parole, fa sì che alcune rimangano nella mente e altre no, così da formare collegamenti del tutto arbitrari.
Si tratta di una comunicazione inculcata, la cui violenza è pari alla pretesa di uguaglianza. Qui le parole sono tutte uguali, e ogni pausa è abolita. La pausa, cioè l’assenza delle parole, diventa il campo di battaglia per l’aggressione militare delle parole.
I segni proiettati dell’alfabeto sono le bandiere piantate in una terra di conquista.

L’opera mostra il lato oscuro del linguaggio considerando l’aspetto della quantità delle parole e delle immagini legate alle parole. Un linguaggio che vuole comunicare tutto a tutti; una chiarezza tanto chiara da diventare dittatura; e soprattutto un bando del silenzio, il vero nemico della comunicazione.

In questa opera manca il silenzio. La pausa è quella parte ‘non detta’ che tutti gli animali possiedono, ma che gli uomini possono evitare. Spetta ai poeti comprendere il silenzio anche dentro le parole.

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