ROVESCIARE I PROPRI OCCHI

La tecnologia dell'occhio nel teatro di Romeo Castellucci
a cura di Piersandra Di Matteo



BRENTANO (FILM)
regia di Romeo Castellucci
liberamente tratto da una novella di Robert Walser


ORPHÉE ET EURIDYCE   (FILM)
Musica di Christoph Willibald Gluck
Versione di Hector Berlioz (1859)
regia, scenografia, luci, costumi Romeo Castellucci
direzione musicale Hervé Niquet
collaborazione artistica Silvia Costa
drammaturgia Piersandra Di Matteo e Christian Longchamp
video / steadycam Vincent Pinckaers
maestro del coro Martino Faggiani
maestro del coro La Choraline Benoît Giaux
con: Orfeo Stéphanie d’Oustrac, Euridice Sabine Deiveilhe
Amore Fanny Dupont
Orchestra Sinfonica e Coro de La Monnaie
Membri del coro giovanile La Monnaie La Choraline
Primo violino Eugenia Ryabinina

Regia del film
Myriam Hoyer

Produzione dello spettacolo
La Monnaie ¦ De Munt & Wiener Festwochen
un progetto in collaborazione con Wiener Festwochen,
su iniziativa de La Monnaie

Produzione del Film
La Monnaie ¦ De Munt

22 Marzo 2018

 

Epopea della Polvere (1992-1999)   ore 17:00                                                           

Amleto, la veemente esteriorità della morte di un mollusco (1992)
Orestea (una commedia organica?) (1995 > 2015)
Giulio Cesare (1997)
Genesi. From the museum of the sleep (1999)

 

Epopea della Polvere, percorso di ricerca sviluppato negli anni ’90, è per Romeo Castellucci e la Socìetas Raffaello Sanzio un momento di radicale ripensamento della tradizione del dramma occidentale. Mettendo in questione il teatro come mera illustrazione del testo, si assiste a un affondo totale e rigoroso nei grandi classici del teatro occidentale.

 

L’occhio e lo sguardo (2006-2014)    ore 19:30

Hey girl! (Festival d’Automne, Paris, 2006)
Sul Concetto di volto nel Figlio di Dio (Theater der Welt, Essen, 2010)
Io penso (Taipei Arts Festival, Taipei, 2010)
The Phenomenon called I (Tokyo Festival, Yumenoshima, 2011)
Le Sacre du Printemps (Ruhrtriennale, Duisburg, 2014)

 

L’occhio e lo sguardo è composto dagli estratti di alcune recenti creazioni di Romeo Castellucci. Lo spettacolo Hey girl! (2006) si incardina nel flusso gestuale e iconografico di una presenza femminile abitata da figure d’altrove, sospesa fra sogno, veglia. Sul Concetto di volto nel Figlio di Dio (2010) dispone una triangolazione di sguardi in cui tra la gigantografia del Salvator Mundi di Antonello da Messina e lo spettatore convergono nell’immerdarsi iperbolico di un vecchio padre incontinente, elevando l’abiezione del corpo a sublime interrogazione sull’uomo e sulla sua caducità. Lo shock estetico dell’installazione Io penso fa perno sull’antico conflitto dell’uomo con la natura, risvegliando l’enigma della sua muta potenza. Ideata en plein air per un’isola della baia di Tokyo, The Phenomenon Called I (2011), attraverso una controllata dinamica di partecipazione e distanziamento, crea immagini catastrofiche che toccano le fibre profonde di una comunità segnata dalla tragedia dello tsunami. Le Sacre du Printemps (2014) dispiega una danza molecolare di 30 tonnellate di polvere di ossa animale prodotta a livello industriale per la fertilizzazione agricola, legandola intimamente agli ostinati statici e agli accenti dinamici della musica di Igor Stravinskij.

 

segue la proiezione del film

Brentano (1995)

regia di Romeo Castellucci
liberamente tratto da una novella di Robert Walser

 

Il film Brentano (1995), primo compiuto esperimento cinematografico di Romeo Castellucci, è costruito intorno al nesso vedersi vedere. Il protagonista, un giovane “che non ha più voglia di vivere e decide la via della fuga”, inserisce ossessivamente delle monete per accedere alle immagini di una sorta di peep show in cui si scopre assoggetto a una condizione di abuso fisico volontario e involontario, oggetto e soggetto della sua stessa perversione.

 

 

23 Marzo 2018

 

The act of seeing    ore 18:30

incontro con Romeo Castellucci
intervengono Piersandra Di Matteo, Marco Müller e Carmelo Rifici

Il campo della visione, il ritmo dell’immagine, la tecnologia dell’occhio, il montaggio sono alcune delle piste su cui inseguire le linee di fuga drammatica, le figure, i concetti e i rilievi teorici che informano il teatro di Romeo Castellucci, un teatro capace di mettere in scacco il dominio della comunicazione, di strappare il reale al principio di realtà, di interrogare il significato profondo dell’essere spettatori oggi.

 

Orphée et Eurydice    ore 20:30

proiezione del film dello spettacolo

Il mito di Orfeo, l’amore per la ninfa Euridice, la catabasi nel regno delle ombre, il tradimento dello sguardo, diventano per Romeo Castellucci l’occasione per condurre una riflessione sulla condizione abissale del coma. Regia destinata a segnare il modo di concepire il teatro musicale nella nostra epoca, il film di Orphée et Eurydice permette di rivivere l’eccezionalità di un dispositivo irripetibile capace di saldare ad anello la musica eseguita nel teatro de La Monnaie di Bruxelles e la camera del centro riabilitativo Inkendaal in cui è ricoverata Els, una giovane donna affetta da Locked-in Syndrome, che ascolta in cuffia musica e canto trasmessi in tempo reale. Allo stesso modo lo spettatore, novello Orfeo, dal teatro compie il suo viaggio per mezzo di una steadycam che, a ogni esecuzione, percorre live le strade della città e i corridoi dell’ospedale per raggiungere Els e incontrare il suo sguardo.

La mitologia e la musica di Christoph W. Gluck divengono specchi in cui si riflette, senz’alcun indugio voyeuristico, la fragilità umana, riconoscendo all’arte “il dovere di pensare la condizioni umana, anche la più estrema” (Romeo Castellucci).

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