Moses und Aron

Opera in due atti (1954)
Musica e libretto di Arnold Schönberg

Direzione musicale: Philippe Jordan
Regia, scene, luci e costumi: Romeo Castellucci

Coreografie: Cindy Van Acker
Collaborazione artistica: Silvia Costa
Dramaturgia: Christian Longchamp, Piersandra Di Matteo
Maestro di Coro: José Luis Basso

Paris Opera Orchestra and Chorus Maîtrise des Hauts-de-Seine
Paris Opera Children's Chorus

Una coproduzione: Opéra National de Paris e Teatro Real of Madrid

Foto: Bernd Uhlig

“Ho finalmente imparato la lezione che mi è stata imposta l’anno scorso e non la dimenticherò. Non sono né tedesco né europeo, e forse a malapena umano, ma sono ebreo”.
Nonostante si fosse convertito al protestantesimo in gioventù, Schönberg fu bersaglio di attacchi antisemiti dal 1921 in avanti.
Scosso da tale virulenza, decise di tornare alle sue radici mentre sviluppava un’interpretazione altamente personalizzata dell’Antico Testamento.

Quello che in principio cominciò come una cantata, assunse presto le dimensioni di un oratorio. Il progetto divenne un’opera filosofica che contrapponeva non solo due fratelli, Mosè e Aron, ma anche radicalismo e compromesso, discorso confuso e lirica effusione sullo sfondo di una comunità volubile personificata da un coro particolarmente massiccio.

“Oh parola, parola che mi manca!” Quest’ultima frase, pronunciata da Mosè, riassume la tragica debolezza del profeta ma esprime anche l’incapacità del compositore di superare le proprie contraddizioni.

Convertendosi ufficialmente al giudaismo a Parigi poco prima di cercare rifugio negli Stati Uniti, l’inventore del dodecafonismo fu afflitto da un’incapacità quasi esistenziale durante gli ultimi due decenni della sua vita: quella di completare Moses und Aron.
Philippe Jordan dirige questo capolavoro insieme a tutte le forze musicali dell’Opera di Parigi e Romeo Castellucci fa il suo debutto tanto atteso sul palcoscenico dell’Opèra Bastille.

Moses und Aron – Trailer

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